
Oggi non sarà il Blue Monday, ma ricominciare (per chi si è fermato) dopo due settimane di festeggiamenti quasi continui non è affare da poco. Magari qualcuno è già caduto nella temibile sessione d’esami di gennaio! Che cosa può tirare su e aiutare a superare questo primo lunedì del 2018? I saldi, ovviamente!
Nessuna delle lettrici arricci il naso infastidita da questo cliché donna=saldo. E nemmeno i lettori, perché so da fonti sicure che anche il sesso maschile non è immune dai grandi cartelli rossi con le percentuali in negativo.
E non pensiamo neanche che questo fenomeno di accaparramento sia figlio di questi debosciati tempi moderni, di questi decenni superficiali. Perché le svendite e i grandi magazzini hanno un illustre romanziere che ha dedicato loro un capitolo di una delle più importanti saghe degli ultimi due secoli: per questi giorni di saldi, parliamo di Al paradiso delle signore, undicesimo capitolo della saga dei Rougon- Macquart di Émile Zola.
Il romanzo si incentra su Octave Mouret, scaltro e sanguigno provenzale che apre, nella Parigi di fine Ottocento, l’antenato dei nostri moderni centri commerciali, appunto “Il paradiso delle signore”. Giunge a cercare impiego presso il magazzino Denise, giovinetta di campagna rimasta orfana e con due fratelli al seguito affidati alle sue cure. La ragazza è timida, impacciata e nipote di uno dei bottegai di quartiere che si vede ormai andare in rovina a causa del nuovo e spregiudicato modo di condurre gli affari di Mouret. Una storia d’amore tra i due sembra impossibile e fuori da ogni logica: Mouret la trova piuttosto insignificante, da principio, e la povera Denise deve difendersi dal mobbing da parte delle colleghe e dell’amante del padrone, Madame Desforges. Eppure Mouret perde la testa per la rettitudine e la viva intelligenza della ragazza che, dopo lunghi tentennamenti ed esami di coscienza, decide di convolare a nozze con il suo padrone.
La BBC ne ha tratto uno sceneggiato in due stagioni. Uno sceneggiato molto, molto, molto bello. Non a livello di Downton Abbey, ma si tratta di un ottimo adattamento dell’opera. La storia viene spostata in Inghilterra, ammantata di maggiore perbenismo (la BBC non poteva certo riprodurre le deprecabili e dissolute usanze francesi di metà Ottocento) e Denise, per incontrare i gusti del pubblico moderno, viene privata della fragilità zoliana e diventa una brillante ed indipendente maga del marketing e del merchandising. Le sue esitazioni nella relazione con Morey (anglismo per Mouret) non sono date dal decoro e dal buon costume, ma dal desiderio di mantenere la sua indipendenza: una store manager in carriera con idee assolutamente all’avanguardia.
Il protagonista, del romanzo e di questi primi giorni di gennaio, è il Paradiso, il grande magazzino. Zola lo dipinge come una macchina, un nuovo luogo di culto dove le donne vengono irretite e coinvolte in orge di acquisti dal sapore quasi di baccanale. “Il Paradiso” è una forza prepotente, oscura e totalizzante della vita di Parigi: assorbe e strappa tutto intorno a sé. Mangia le vecchie botteghe che vengono assorbite per la continua espansione; strappa ai bottegai del commercio al dettaglio ogni ragione e possibilità di vita; strappa persino la vita alla cugina di Denise, abbandonata dal promesso sposo perché invaghito della scostumata Claire, commessa del grande magazzino. Eppure è una forza inevitabile ed inarrestabile come il progresso.
Dio mio! Quanti dolori! Quante famiglie che piangono e quanti vecchi gettati sul lastrico! Quanti spaventosi drammi e rovina e miseria! E lei non poteva salvare nessuno e sentiva dentro di sé che tutto ciò accadeva per il bene: che ci voleva quel mucchio di miserie per la salute di Parigi.
Possiamo storcere il naso e deprecare questa ressa nei negozi, ma ci caschiamo tutti. Aspettiamo sempre questo periodo per poterci aggiudicare quella maglietta tanto carina, ma finché non cala del 30% titubiamo nel comprare. Zola fornisce un illustre modello al quale rifarsi e al quale pensare, perché no, con un pizzico di snobismo, mentre giriamo tra le affollate corsie, sperando che nessuno si sia portato via l’ultimo modello con la nostra taglia.
Jules