Ultimo appuntamento con lo yoga prima del Natale. Prima che la pancia da cenoni impedisca di vedere le dita dei piedi. Anche MappaMundi Yoga che mi aiuta per le note e le foto va in India: guardate qui per tutte le loro proposte di viaggi. Io mi limito a sospirare invidiosa e ripromettermi: “Il prossimo anno ci andrò”. Per ora, stendiamo quindi per bene la colonna vertebrale, prendiamo un bel respiro e questo mese leggiamo Hunger Games nella posizione di Dhanurasana.

L’asana, detta “dell’arco” dal significato in sanscrito di dhanu, è una delle posizioni tradizionale dell’Hatha Yoga con maggior estensione della colonna vertebrale e ci aiuta a focalizzarci sull’apertura del cuore, ad essere più empatici e a fissare con chiarezza i nostri obiettivi.
Per entrare in posizione ci si sdraia a terra a pancia in giù, poggiando la fronte a terra, unendo le gambe e con le braccia distese lungo i fianchi. Si piegano le ginocchia portando i talloni verso i glutei, allungando le braccia fino ad afferrare le caviglie dall’esterno con le mani e, attivando la muscolatura delle gambe, si spingono i piedi lontano dai glutei ed inspirando si solleva il busto e la testa verso l’alto, alla massima estensione possibile spostando il peso verso l’addome. La spina dorsale deve inarcarsi naturalmente in modo lento e progressivo, senza scatti, percependo le vertebre che si inarcano una dopo l’altra e la pressione che si muove dalle cervicali giù fino alle lombari e nella regione sacrale. Il petto si apre e le spalle scendono allontanandosi dalle orecchie mentre le scapole si avvicinano leggermente. Bisogna mantenere le ginocchia larghe quanto il bacino e le caviglie in linea con le ginocchia, continuando a lasciare salire i piedi il più in alto possibile e lasciando che solo le anche ed il basso addome rimangano a contatto con il tappetino. La muscolatura delle braccia e della schiena è rilassata mentre sono attivi i muscoli delle gambe.
Per entrare nella posizione finale si inarca la testa portando il mento verso l’alto, mantenendo la posizione stabile in equilibrio tra sforzo e rilassamento.
Quando si vuole terminare l’asana, i talloni si abbassano verso i glutei, si portano le gambe e il busto verso terra, si liberano le caviglie, e si riporta la fronte sul tappetino rilassando completamente il corpo e la schiena.
Utilissima per aprire le articolazioni delle spalle e sbloccarle migliorandone la flessibilità e per rinforzare deltoidi, trapezi, romboidi, dorsali e tricipiti, dal punto di vista mentale rinforza la concentrazione e la determinazione.
A livello simbolico, l’arco è l’arma dei grandi guerrieri e degli dei ed è un simbolo di forza e potere; il tiro con l’arco è una disciplina antica e rinomata, che allena la mente e dove chi scocca la freccia, in quell’istante infinito, diventa un’unica inscindibile essenza con il bersaglio. Nella mitologia Indiana l’OM rappresenta l’arco, la mente la freccia e il Brahman (l’assoluto) il bersaglio. Dhanurasana stimola in noi la flessibilità e la forza. Nella pratica stimoliamo la capacità di adattarci alle situazioni, di essere umili, di accettarle e allo stesso tempo si sviluppa la determinazione, la forza interiore e la sensibilità nel trovare la giusta tensione per poter scoccare la freccia, senza spezzarci.
Qualcosa è cambiato, dopo che mi sono fatta avanti per prendere il posto di Prim, e adesso sembra che io sia diventata una persona cara. Prima uno, poi un altro, poi quasi tutti i componenti del pubblico portano le tre dita di mezzo della mano sinistra alle labbra e le tendono verso di me. È un antico gesto del nostro distretto, un gesto che si usa di rado e si vede qualche volta ai funerali. Significa grazie, significa ammirazione, significa dire addio a una persona a cui vuoi bene.
Una delle prime e migliori distopie YA di questi ultimi vent’anni, trilogia che ha iniziato a codificare le caratteristiche di base del genere ed è diventata quasi un calco su cui costruire opere simili, Hunger Games ben rappresenta questa asana. Anche chi non è incappato nei romanzi sa che la protagonista, Katniss Everdeen, è un’arciera di prim’ordine. Non particolarmente forte o spietata, calcolatrice quel tanto che basta per sopravvivere all’arena, Katniss ha la capacità di adattarsi, di flettersi e focalizzarsi sull’obiettivo. Non che sia una figura particolarmente yogica o altruista, intendiamoci, ma è ben associabile a questa posizione. E poi, sotto Natale, non resisto alla rilettura di una bella distopia, anche se l’unico veramente meritevole è il primo della trilogia. Di film raccomando i primi due: cerco di dimenticare le due pellicole in cui hanno spezzato il terzo volume.
Magari, nei prossimi giorni, vi mostrerò comunque una buona posizione per questi giorni che ho ribattezzato sofasana: si rotola sul sofà con un libro in mano e non ci si muove più.
Jules